sabato 20 ottobre 2007

Cavalcare la tigre finchè è calda

Sarà pure allarmismo ingiustificato, come continuiamo a sperare, ma quanto meno il tam tam che da ieri risuona nella blogosfera ha fatto uscire allo scoperto, con varie dichiarazioni, sia l'autore del DDL Levi, che i ministri che ne hanno firmato le pagine tutti assieme appassionatamente durante il CdM del 12 ottobre.
Cominciamo dal papà del discusso decreto, il sottosegretario Ricardo Franco Levi, che ha dichiarato, in una lettera a Beppe Grillo:
"Vogliamo creare le condizioni di un mercato libero, aperto ed organizzato in modo efficiente. Per questo, intendiamo, tra le altre cose, abolire la registrazione presso i Tribunali sino ad oggi obbligatoria per qualsiasi pubblicazione e sostituirla con l'unica e più semplice registrazione presso il Registro degli operatori della comunicazione (Roc) tenuto dall'Autorità garante per le comunicazioni (AgCom).
Quando prevediamo l'obbligo della registrazione non pensiamo alla ragazzo o al ragazzo che realizzano un proprio sito o un proprio blog. Pensiamo, invece, a chi, con la carta stampata ma, certo, anche con Internet, pubblica un vero e proprio prodotto editoriale e diventa, così un autentico operatore del mercato dell'editoria".
Tous va très bien allora? Guardi che la prendiamo in parola e ci mettiamo tranquilli a dormire. Con un occhio aperto come i gatti, però.

Meno consolanti le dichiarazioni di alcuni ministri perchè dalle loro parole si ha l'impressione che abbiano firmato qualcosa senza averlo letto.
Cominciamo da Di Pietro che, sul suo blog, tuona: ''La mia opinione è che vada immediatamente bloccato il disegno di legge che, nei fatti, metterebbe sotto tutela Internet in Italia e ne provocherebbe probabilmente la fine''.
Quando scenderà dalla tigre potrà tranquillizzarsi anche lui magari telefonando personalmente a Ricardo. Di Pietro precisa che il DDL non fu discusso in sede di consiglio dei ministri "perchè presentato come provvedimento di normale routine". La cosa è comunque paradossale perchè si dovrebbe sempre leggere ciò che si firma. Ve lo dice una che firmò inavvertitamente e ingenuamente una lettera di licenziamento predatata.

Gentiloni, il Ministro delle Comunicazioni, colui che dovrebbe ormai da un anno e mezzo impegnarsi esclusivamente per derattizzare la RAI dalla politica e risolvere il conflitto di interessi nel settore radiotelevisivo dichiara invece candidamente che si rammarica "per non aver controllato personalmente e parola per parola il testo che alla fine è stato sottoposto al Consiglio dei Ministri".
Ohi ohi, cioè ha firmato il DDL senza leggerlo? Lo ha fatto leggere ad altri e si è fidato? Fa così anche quando stipula un contratto assicurativo? E se ci fosse stato scritto: "cedo tutti i miei beni mobili ed immobili al canile municipale di Roma"?

A pioggia arriveranno nelle prossime ore i distinguo degli altri ministri che il giorno del Columbus Day si sono distratti ed hanno firmato delle carte a casaccio.
Diranno che il DDL non s'ha da fare, tireranno fuori un palmo di lingua per leccare la blogosfera e giuringiurellaranno che nessuno vuol toccare i blog. Speriamo che lo facciano prima che la tigre che cavalcano s'incazzi per il troppo peso e cominci a ruggire.

6 commenti:

  1. E' molto tranquillizzante sapere che il clima di fiducia che c'è gli uni verso gli altri nel Consiglio dei Ministri consenta di approvare dei DL senza neanche leggerli.
    E io Assessore malfidato che mi leggevo tutte le delibere che dovevo approvare e una volta stampate le rileggevo di nuovo per essere sicura di quello che avevo fatto!

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  2. Anonimo21:59

    Questa tattica, di lanciare una palla "lenta" e osservare come reagiscono gli attori in campo, non e` nuova, nel caso specifico ci hanno gia` provato qualche anno fa.

    Ebbene si, siamo di fronte a degli "specialisti" del settore per cui e` bene prevenire le tentazioni di avvicinarsi alle modalita` sudamericane.

    In teoria, il fatto di spostare la registrazione dei quotidiani on-line dalla sfera del tribunale a quella di un registro corporativo, potrebbe non essere una cattiva notizia in se; in pratica vedremo che cosa ne faranno degli iscritti al ROC.

    In ogni caso sono proprio curioso di sapere quali saranno i reali criteri per stabilire che i contenuti di un sito web devono essere considerati un prodotto editoriale; sara` forse sufficiente che compaia la parola informazione assieme alla partita IVA in prima pagina ?

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  3. Anonimo11:20

    secondo me i blog saranno il punto d'arrivo di queste iniziative. Il decreto va annullato e basta.
    Cloro

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  4. Anonimo12:02

    A mio parere il decreto è stata pensato e scritto attentamente per BLOCCARE il BLOOG di GRILLO !

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  5. Anonimo15:53

    Si certo, come no, una legge anti-Grillo. Peccato che tutti quanti si siano fatti imboccare le opinioni da Grillo invece che mettere in modo i neuroni per conto proprio.

    Perché questa sia tutta una messinscena esagerata, quando si tratta soltanto di una legge scritta male da un incompetente, l'ho già scritto da più parti oltre che sul mio blog e mi sono stancato di spiegarlo.


    P.S: perché, voi credete davvero che tutti i parlamentari e tutti i ministri leggano attentamente tutte le leggi che votano e firmano? Ma quando mai, non avviene né in Italia né altrove, sarebbe impossibile.

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  6. @ justfrank
    Che sia scritta male la legge non c'è dubbio, ma proprio per questo è necessario fare chiarezza affinchè l'autorità per le garanzie nelle comunicazioni, che è quella che decide in ultima istanza chi deve registrarsi, da quello che ho capito, non possa imporre la registrazione anche ai blog.
    Sul fatto che i legulei non leggono le leggi, è vero probabilmente. Non per niente hanno stuoli di portaborse ai quali demanderanno questi lavoretti. Però mi ricordo che quando ci fu da approvare il Patriot Act negli USA dopo l'11/9, che Bush voleva far firmare subito, ci furono alcuni senatori democratici che giustamente obiettarono che non c'era tempo per leggere il testo. Ci vollero delle bustine di antrace per sveltire la procedura e bypassare i dubbi dei senatori.

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