lunedì 30 maggio 2011

Per favore non mordermi sul crollo


Siamo sicuri che iddu ritorni dalla Romania? Potrebbe essere il primo caso di premier autodelocalizzatosi all'Est. Non per voler male ai rumeni (già, che mi hanno fatto, in fondo?) ma potrebbe colà riciclarsi, portandosi dietro anche 'a famigghia, il partito al completo e le papigirls. Ad Antigua potrebbe solo fare il mantenuto di sé stesso, mentre in Romania qualche chance politica, chissà. 
Ma forse sto sottovalutando gli amici di Bucarest (che hanno avuto Ceausescu, non dimentichiamolo) e me ne scuso. Solo gli italiani, una parte sempre meno consistente, per fortuna, crede ancora che il cazzaro di Arcore possa combinare qualcosa di buono in zona Cesarini. Non l'hanno ancora capito che quel famoso qualcosa di buono se non l'ha ancora fatto è perché non lo farà mai. Tra parentesi, leggere i commenti dei lettori del "Giornale" in queste ore è meglio che avere un Rabbit impazzito nelle mutandine.

Non parliamo di lui, però, che stasera mi sa che sarà crollo anche nelle parti basse nonostante la protesi peniena. Del resto temo che perfino la pompetta abbia votato Pisapia. E la Lega da stasera non ce l'ha più duro ma bazzotto. Niente bunga bunga, il casino è chiuso per crollo imminente. Capita alle costruzioni abusive.

Se la nave affonda, si sa, le zoccole abbandonano la nave. Mi dispiace per Bondi, che mi ha deluso. Avrei giurato che avrebbe offerto il proprio petto al plotone d'esecuzione, invece è stato il primo a saltare sulla scialuppa di salvataggio. Spero non mi deluda Fede. Anzi, scrivo queste note alla svelta perché non voglio perdermi la faccia da trigesima che avrà stasera. 

Dico la verità, su Milano avrei scommesso la vittoria di Pisapia. Infatti ho quasi azzeccato il risultato finale: 55,1% Pisapia, 44,9 % Mamma di Batman (io davo la M.d.B al 46%.) ma il cappotto di De Magistris a Napoli proprio non me lo sarei aspettato. Pensate se Gigi D'Alessio avesse cantato a Milano!
E' disfatta per Silviuzzu anche a Cagliari, Trieste, Grosseto, Novara, Mantova e Pavia. Per tacer di Arcore, dove ha vinto una signora sindaco di centrosinistra. Non so dove abbia precisamente la residenza iddu ma, in ogni caso, o lei o Pisapia, possono firmargli il T.S.O. Sempre che, proseguendo nel delirio ambientato nella Seconda Guerra Mondiale, e scartata la delocalizzazione in Romania o l'esilio ad Antigua, non si giunga al gran finale nel bunker, per il quale è già stata scelta l'arma: il cetriolo infetto.


Dimenticavo, ecco un'immagine del nuovo volto di Milano in mano all'integralismo islamico. Dedicata, con mucho gusto, ai berlusconidi rettiliani, ovunque essi siano. Signori, ecco a voi la Fiera dei Dubaj Dubaj.

venerdì 27 maggio 2011

Il quarto anello


Ho un unico dubbio: basteranno ottantamila posti per gli islamici (rigorosamente integralisti) in arrivo a Milano? Temo di no.

B-Day


Non era Vierville-sur-Mer ma Deauville. Non era il 6 giugno ma quasi, il 26 maggio. Non era il Gen. Cota ma un Cota governatore c'è, da qualche parte. Non era Omaha ma Obama.
Coraggio, nel delirio sta rivivendo tutto il film della Seconda Guerra Mondiale e lo sta facendo con l'avanti veloce. Dopo la Battaglia di Stalingrado dell'altro giorno siamo già allo Sbarco in Normandia. Attendiamo con ansia il bunker. Del resto, ci sarà pure un giudice a Berlino.

giovedì 26 maggio 2011

mercoledì 25 maggio 2011

Strauss-Kahn tornava dalla guerra


In un mondo abituato al fatto che i ricchi e potenti escono quasi sempre impuniti dalle loro malefatte, sentire che un mega pezzo grosso del Fondo Monetario Internazionale, politico socialista francese e candidato alle prossime elezioni presidenziali come rivale del nanerottolo Sarkozy, viene incriminato ed arrestato per stupro negli Stati Uniti, con tanto di pagamento di cauzione milionaria ed imposizione del braccialetto elettronico, fa un certo effetto.
Siamo talmente disabituati allo svolgersi del normale corso della giustizia se essa riguarda i potenti che, in casi come questi, scatta in automatico il meccanismo del "non è possibile, lo avranno incastrato".
In effetti la storia, che presenta diversi punti controversi e fin troppo evidenti e sottolineati, è spiegabile in due soli modi possibili. O Dominique Strauss-Kahn è un vecchio satiro in preda alla sindrome del "o famo strano" e ormai per eccitarsi è costretto a ricorrere al fattore rischio ambientale, per esempio "voglio provare se mi riesce di stuprare la cameriera, una qualunque, di questo cazzo di hotel e farla franca" (la chiameremo la Sindrome del Cittadino al di sopra di ogni sospetto"), oppure effettivamente gli hanno teso un tranello in puro stile Lewinski.

La logica direbbe che un personaggio senza problemi di soldi come Strauss-Kahn che si sente solo a New York in un grande albergo, un eufemismo per dire che ha voglia di trombare, che fa? Ciapa la cornetta dell'interfono, chiama Pierre il portiere e si fa recapitare in stanza un po' di compagnia. Roba fine, escort che si abbinano perfettamente a stanze da 3000 dollari per notte e che, volendo, per una cifra appena inferiore fanno di tutto, dal caro vecchio dai e vai in tutte le varianti fino al prenderti a cinghiate menando come fabbri.
Oppure, sempre in quel contesto, il cliente in piena fregola, se vuole un po' di brivido in più, esce e ne carica una dalla strada, come un Prof. Cagnato qualsiasi.

Invece Strauss-Kahn che fa, secondo la ricostruzione fatta dai giornali? All'ora in cui le stanze dovrebbero essere vuote e a disposizione delle donne delle pulizie, si nasconde ignudo nel bagno e, quando sente arrivare ciabattando la cameriera con il carrello delle scope, balza fuori dal nascondiglio sguainando il pesante spadone e aggredisce la malcapitata, che è di colore e musulmana (!) e la costringe ad un rapporto orale che, stranamente, negli Stati Uniti, patria di Gola Profonda, è un reato federale in molti stati. Stupro e sodomia, roba pesa per la legge americana. Carriera politica fottuta, r.i.p. Monsieur Strauss-Kahn.

E la vittima? Invece di approfittare della ghiotta ed unica occasione di staccarlo con un morso ad un vampiro della finanza mondiale e sputarlo nella ciotola del cane, la cameriera subisce e resiste pure alla corruzione compensatoria. Pare infatti che il tizio abbia provato ad innescare il "ma lo sai chi sono io" ma lei niente, una roccia. Niente cinquemila lire come prezzo di favor per smacchiarsi almeno l'abito in tintoria. A meno che il vecchiaccio non fosse pure tirchio.  La ragazza fugge ed immediatamente denuncia il porcone francese che finisce delle braccia di Zio Sam e dell'F.B.I., altro che Boccassini e Procura di Milano.

Insomma, il pezzo grosso, prendendo per autentica la versione dei fatti raccontata dai media, avrebbe agito come un povero demente da film di Pierino.  Si sa che certi uomini, soprattutto ad una certa età, rinfanciulliscono regredendo ad una sessualità pregenitale ma la cosa appare strana comunque. 
Tra l'altro, se nessuno ha ancora notato la sottigliezza delle straordinarie coincidenze di questa afffabulazione lo faccio adesso, Strauss-Kahn si comporta come l'ebreo mitologico della più infima propaganda nazista, il satiro che attenta alla virtù delle ragazze, costringendole a rapporti contronatura.
Sono dettagli come questi che fanno sospettare che in un racconto ci sia lo zampino della macchinazione e della propaganda.
Un po' come Gheddafi che dà il Viagra alle truppe in libera uscita per stupro e li arringa con le stesse frasi e medesime parole di quelle pronunciate dai capi dei goumiers francesi che compirono le marocchinate nel Lazio dopo Monte Cassino. Frasi che si è dimostrato non essere mai state pronunciate veramente ma che vengono regolarmente attribuite a tutti i capi delle truppe stupratrici in tutte le guerre del mondo in ogni tempo. Propaganda di guerra che mescola fatti veri a leggende per intorbidire le acque ed alimentare il caos. 

Forse è questo l'elemento di maggior disturbo della storia del banchiere inquisito per stupro, se si tratta di una macchinazione. L'utilizzo cinico e sulla pelle delle donne di un reato particolarmente odioso, il quale però fa scattare sempre il dubbio che sia avvenuto veramente e quindi di presta a questo tipo di guerre per bande condotte per motivi economici. 
In questo caso conosciamo a malapena il nome della vittima ma si sono preoccupati di raccontarci che si tratta di una trentaduenne vedova, di colore, musulmana molto devota e non particolarmente attraente, addirittura, si sospetta, sieropositiva. Come dire, sei troppo brutta e sfigata perché ti possano aver stuprata, però lui l'ha fatto. Non che se fosse stata carina sarebbe stato diverso. In quel caso avrebbero detto che l'aveva provocato e che se l'era cercata e che, magari, dopo esserci stata, si era vendicata per la parcella poco sostanziosa.

Nel caso che Strauss-Kahn, invece di fottere, sia stato fottuto, c'è persino chi ha individuato il possibile movente. In febbraio, il capo dell' FMI aveva parlato a Washington ad un convegno, auspicando l'abbandono del dollaro come divisa d'elezione degli scambi finanziari ed economici mondiali, in favore di una moneta globale. Forse l'euro? 
Ah, ecco, si dice, gli americani se la sono presa e gli hanno teso un tranello da manuale.
Vero o falso, avvenuto o meno lo stupro, l'avvertimento mafioso è arrivato. Rimarrà sempre il dubbio ed è questo ciò che conta. 

lunedì 23 maggio 2011

Nazisti della Brianza


"Non credo che vorremmo consegnare la nostra città a chi promette progetti irrealizzabili e vorrebbe fare di Milano la Stalingrado d'Italia"." (B.)

Il primo pensiero che uno fa, sentendo questa scempiaggine, è che se io fossi un nazistello attempato ed azzimato Stalingrado non la nominerei, visto che fu grazie all'eroismo di quella città che il nazismo subì la sua prima cocente sconfitta, prima di essere spazzato via dalla storia.
In secondo luogo, B. non lo sa certamente ma una delle immagini più celebri di Stalingrado è quella di un suo famoso monumento risalente all'epoca della storica battaglia. Vi sono raffigurati sei bambini che fanno il girotondo attorno..... ad un caimano!
A volte il destino dà segni inquietanti del suo agire.

Fiabe sonore


"A mille ce n'è, nel mio cuore di fiabe da narrar... Venite con me, nel mio mondo fatato, per sognar.
Non serve l'ombrello, il cappottino rosso o la cartella bella, per venir con me. Basta un po' di fantasia e di bontà."

L'altra sera ho visto per caso una puntata di "Ulisse" di Alberto Angela dedicata all'11 settembre. L'argomento specifico, dei tanti possibili legati a quella immane tragedia, era il racconto degli ultimi minuti di vita delle persone, quasi tremila, che si trovarono intrappolate nelle due torri, dal momento dell'impatto fino al crollo delle stesse. 
Ricordate? Ci hanno detto quasi subito che le torri erano state progettate per resistere all'impatto con un grosso aereo di linea. Invece le torri crollarono, tutte e due nella stessa identica maniera e a pochi minuti l'una dall'altra, polverizzandosi quasi completamente e seppellendo migliaia di persone. 
Se avessero resistito, i morti complessivi sarebbero stati un numero decisamente inferiore. Alcuni di coloro che rimasero intrappolati agli ultimi piani avrebbero potuto forse essere salvati dagli elicotteri se si fossero rifugiati sui tetti. Ci sarebbe stato il tempo per evacuare completamente gli edifici. Invece, a molti lavoratori del World Trade Center fu addirittura chiesto di rientrare nei loro uffici. Evidentemente perché non si pensava ad un crollo imminente. Perché le torri non avrebbero dovuto crollare. Erano sopravvissute ad un primo attentato made in Al Qaeda anni prima. 

Come ha spiegato Angela junior questa anomalia, quest'atroce beffa del destino che ha moltiplicato per mille i morti? Quei crolli così identici e piroclastici e del tutto inattesi, non sono la chiave di volta dell'intera faccenda? La loro incongruità non dovrebbe sospingere alla ricerca della verità, andando oltre il rispetto del dogma imposto non dalle leggi fisiche ma dal potere?
Le torri erano state costruite per caso in economia con del cemento impoverito stile ricostruzione post-terremoto italiana da imprese in subappalto in odore di mafia?
Il progettista era uno che aveva studiato al CEPU e si era comprato gli esami di calcolo struttura in cemento armato con una bustarella?

Niente affatto. Dopo aver riproposto tutto il repertorio classico undicisettembrino degli arabi cattivi che hanno fatto tutto da soli, dell'aereo che entra nel Pentagono piegando le alucce da bravo uscendo dall'altra parte, Angela, senza alcun ombra di dubbio, ci ha raccontato ancora una volta la storia, anzi la favola, che il calore degli incendi agli ultimi piani delle torri avrebbe fuso l'acciaio dell'intera struttura portante non di una ma di entrambe le torri e provocato il successivo crollo a pancake di un piano sopra l'altro. Una cosa che non sta né in cielo né in terra e che mai si è verificata in precedenza a parte in occasione di una demolizione controllata. Una cosa impossibile alla quale però si può credere con un puro atto di fede come alle apparizioni della Madonna.

Angela figlio lo ha raccontato proprio con lo stesso tono di voce del narratore delle "Fiabe Sonore" di quando ero piccola ma, dopo aver vissuto per un'ora il racconto straziante e quasi intollerabile di gente che si è gettata dalle finestre verso la morte sicura, che ha avuto appena il tempo di telefonare ai propri cari per un consapevole addio, l'effetto di quella menzogna roboante e talmente grossa che la gente purtroppo la crederà, è stato quanto di più insultante potesse esserci per la memoria di quelle povere anime. Su di me, il contrasto della tragedia di migliaia di persone con la favoletta raccontata agli idioti che stanno davanti alla TV con la peperonata che attira sangue allo stomaco e lo toglie al cervello ha avuto un effetto straniante e terrificante, ancora una volta.  Amplificato dal pensiero che solo pochi avranno colto il bug, il difetto, la schermata blu che,  in quel momento, è passata sulla matrice.

Curiosi tipi gli Angela. Guai a parlar loro di paragnosti e di UFO, sono devoti al CICAP, però credono alle torri in acciaio che si liquefanno al sole di settembre. 
La RAI la chiama divulgazione scientifica. Una scienza che assomiglia sempre di più alla religione.

Un articolo intitolato: "Perchè gli edifici al WTC sono collassati?"
Nanotermite?

giovedì 19 maggio 2011

L'uomo che mette in fuga le capre


I telespettatori italiani, di fronte ad un programma intitolato: "Ora ci tocca anche Vittorio Sgarbi", hanno avuto l'unica reazione fisiologica e comportamentale possibile: la fuga, che si abbina così bene alla toccata.  Se mi floppi ti cancello. Programma già kaputt.
Stesso successo, più o meno, del programma di Giuliano Ferrara, con annesso crollo verticale di share. Gli agit-prop storici del nano sulla RAI non bucano lo schermo, te lo fanno spegnere proprio.

Non so perchè se ne meraviglino. Sia Ferrara che Sgarbi imperversarono per anni sulle reti Mediaset, spappolandoli a ormai generazioni di telespettatori. Ricordate la predica postprandiale di "Sgarbi quotidiani" e la propaganda squeeze&serve dell'hamburgerone umano a "Radio Londra?"
La gente s'è rotta i coglioni. Appena li vede cambia canale. Chiamatelo effetto boomerang, overloading, eccesso di informazione ma ne è vittima anche il Bagonghi del Consiglio che ormai, come appare sullo schermo, provoca conati di vomito perfino in casa Bondi.

In generale, la fuga dalla televisione è un bene ed è ormai una tendenza inarrestabile.  E' azzeccatissima, in questo senso, l'ultima campagna di Sky, "La tua vita viene prima della TV", dove attori e sportivi invitano i telespettatori a riprendersi la vita, a fare altro che guardare la televisione.
Altro effetto boomerang inatteso, secondo me. 
Sky intendeva invitare il telespettatore a fare altro mentre il suo registratore a pagamento registra il programma da vedersi comodamente dopo. Tuttavia, anche a causa di certe  scelte scellerate come il voler cancellare Current (per compiacere Bagonghi agli ultimi rantoli e farsi mollare il Digitale terrestre, si maligna in giro), Sky rischia di convincere il destinatario del messaggio a fare il passo successivo.
Già che, da quando mi sono liberato della TV, ho riscoperto la lettura, lo sport, la convivialità con gli amici, il sesso, gli hobby, chi cavolo me lo fa fare di pagare l'abbonamento a Sky, che oltretutto mi cancella i miei canali preferiti a tradimento?

Chi di capra ferisce, di capra perisce.

Papa Gort I


Non ricorda solo Gort, il celeberrimo robot di "Ultimatum alla Terra", terribile macchina da guerra aliena che poteva essere fermata solo con le parole magiche "Klaatu Barada Nikto!"
Ricorda anche il Commendatore del "Don Giovanni" di Mozart, oppure un enorme Golemone di pietra.
Non prendetevela con me per la blasfemia ma con lo scultore di cotanto obbrobrio.

martedì 17 maggio 2011

Confusi e infelici


"Tolta Milano, è stato sostanzialmente un pareggio." Denis Verdini, coordinatore PDL e negazionista.
"Se si fosse votato per le politiche, il centrodestra avrebbe vinto". Maurizio Gasparri, veggente.
''Risultato drogato per intervento massiccio delle toghe". Fabrizio Cicchitto, muratorino.
''Moratti contro droga, altri usano stanza del buco...'' Ignazio Benito Maria La Russa, bipolare criptico.
"La vittoria di Pisapia sarebbe come portare il Leonkavallo a Palazzo Marino, sarebbe una cosa bestiale." Daniela Santanché, maitresse à penser.

Citiamo, come nota lacrimogena, il caso di Emilio Fede che ha impiegato ben quattro minuti a riuscire a dare la ferale notizia della tranvata milanese. Alla fine, nonostante i dati ormai incontrovertibili, continuava a ripetere "sono solo proiezioni", neanche stesse dentro "Inception". 

Mancano ancora le reazioni ufficiali dei due vecchi B. dalla Casa di Riposo della Libertà. Penso che ormai le rispettive badanti glielo abbiano detto. Se non hanno dovuto sedarli con il Serenase, il B. padre del trota farfuglierà qualcosa sul fatto di avere comunque qualcosa di duro e l'altro B., il cavaliere dimezzato nelle preferenze, penso avrà poca voglia di raccontare barzellette e forse, nemmeno di ciulare.
Si sa, quando ti arriva in testa non un duomino di plastica ma un tram vero con sul display la destinazione "VA DA VIA I CIAPP" è possibile rimanere parecchio confusi e infelici.

lunedì 16 maggio 2011

Why so serious, Letizia?


Suggestionata dal tormentone milanese con il Bat-loft, il Bat-figlio e la Bat-sindaca, e forse a scopo scaramantico, ieri pomeriggio mi sono rivista "Il cavaliere oscuro", con l'immenso Heath Ledger.
Sarà appunto suggestione ma effettivamente il paragone tra la capitale del nord (forse molto presto potremo ritornare a chiamarla capitale morale) e Gotham City non è casuale, vista la corruzione, il malaffare, la mafia al potere e i cattivi da fumetto che la popolano, in primis il villain villano nano. C'è persino, nel film, un personaggio che si chiama Maroni.

In questa serata post elezioni comunali la vita reale non imita l'arte ma la rovescia e la cosa è ancora più divertente. Pare che, con Pisapia al 47% nelle proiezioni, nella graphic story meneghina sia la Bat-sindaca a prenderselo in quel posto e a ritrovarsi la cotonatura scotonata e Joker  possa farsi una grassa risata alle spalle della Lombrichetto. Ballottaggio molto probabile, si, ma forse c'è speranza per Gotham City.
Perchè sei così seria stasera, Letizia?

La splendida notizia, che forse non vi daranno nei TG, è però che al referendum consultivo svoltosi in Sardegna e che chiedeva: "Sei contrario all’installazione in Sardegna di centrali nucleari e di siti per lo stoccaggio di scorie radioattive da esse residuate o preesistenti?", il 98,14% dei votanti ha risposto SI. Un plebiscito e un'ottimo auspicio per il voto del 12-13 giugno. Grazie sardi!

mercoledì 11 maggio 2011

Il capitalismo dal volto che non ha più nulla di umano

Ma avete visto bene la faccia di quest'uomo? Siamo governati da un mostro.

C'è qualcosa che lega i deliri oncologici antigiudici dell'illegale rappresentante agli applausi svergognati dei compagni di merende di Confindustria all'assassino seriale  di operai della Thyssen-Krupp, per giungere all'ex cavaliere Callisto Tanzi, degradato per indegnità, che non si capacita di come uno che ha truffato e rovinato economicamente 23.000 investitori possa trovarsi in galera.
Il filo rosso è l'idea che il ricco debba godere di una speciale impunità, di una sorta di esenzione dal peccato originale che lo renda immune da ogni rivalsa giudiziaria sui propri crimini. Nessuna pena è mai troppo lieve per chi si sente economicamente superiore agli altri, per chi si sente un sacerdote del Dio Denaro, dalla persona sacra ed inviolabile.

Questa idea di pretesa di impunità è insita in ogni ricco e ad ogni latitudine ma, a seconda del paese dove il crimine economico o penale viene commesso, esistono importanti differenze di tipo culturale e giuridico. Ci sono paesi come gli Stati Uniti, dove qualche traccia di etica protestante del capitalismo ancora rimane, che ad un  Madoff che ha truffato per 65 miliardi di dollari, anche se lui piange e si dispera, vengono comminati 150 anni di carcere e praticamente uscirà di galera solo con  i piedi in avanti senza che nessuno tiri in ballo le metastasi e i giudici di sinistra che puzzano. Tantomeno il capo dello Stato.

Da noi, nel bel paese che ha creduto al piazzista di Arcore per quindici anni e che lo ha eletto proprio perché era uno che aveva fatto i soldi con l'inganno e l'opportunismo, non certo per i suoi successi, visto che nonostante tutto rischiava di finire in galera se non fosse sceso in politica, l'idea di impunità per i ricchi sta cercando di diventare articolo costituzionale, legge dello Stato, quasi verità biblica.
E' il retaggio medioevale di quando i signori e signorotti godevano di una sostanziale licenza di peccare, uccidere e opprimere tutto il resto della popolazione, incluso il diritto allo ius primae noctis, che si è trascinato nei secoli fino a noi e che ci costringe a rimanere un paese profondamente arretrato ed antimoderno.

L'impunità medioevale del ricco che si lega con il rampantismo del moderno capitalismo sociopatico della finanza che tutto arraffa in nome del profitto allo stato puro e con il modo di produzione ultra-asiatico fondato sullo schiavismo crea un mix devastante che, nonostante tutti i buoni propositi di facciata, compreso il fatto di chiamare "riforme" lo sfruttamento, fa bagnare i perizoma alle Confindustriali. 

E' un tipo di capitalismo all'ultimo stadio, metastatico appunto, perché alla fine divorerà sè stesso, che può avere solo la faccia chirurgicamente modificata e dal colorito giallo da salma truccata male dell'ormai mostruoso Dorian Gray del Consiglio.

venerdì 6 maggio 2011

L'uomo che morì due volte. (Perché non possiamo non dirci complottisti)


Riassunto delle balle precedenti. Eravamo rimasti al Bin Laden in salsa verde della foto qui sopra. Altro dozzinale fake, anch'esso subito smascherato dagli scafati smanettoni photoshoppisti della Rete. Vista la bassa qualità dei fotoritocchi,  Obama e soci hanno deciso infine di non mostrarci più nulla, adducendo il motivo che il cadavere sarebbe stato in condizioni troppo impressionanti per i nostri stomacucci deboli. Capirai, dopo aver visto i bambini nati dopo il trattamento all'uranio impoverito in Iraq, cosa vuoi che sia?

Veniamo agli ovetti freschi di giornata. Un giornalista esperto in faccende di Al Qaeda afferma che Bin Laden è morto di malattia qualche giorno fa e quindi gli Ammeregani avrebbero deciso di inscenare il blitz - o semplicemente  dichiarare che esso è avvenuto, per far credere che il nemico pubblico n° 1 fosse morto per mano loro. Per farsi belli con il sol di luglio, insomma. Il giornalista l'avrebbe saputo dal medico di base di Osama. O forse da suo cuggino.
Al Qaeda si fa sentire e conferma la morte di Osama, aggiungendo che farà di tutto per vendicarlo, offrendo quindi lo spunto per altri vent'anni di "Guerra al Terrorismo".
Infine, spulciando tra i computer del de cuius, la CIA ha scoperto che stava preparando un altro attentato, indovinate per quando? Per l'11-9-2011, per la gioia dei numerologi seguaci della teoria dell'11:11.

Non meravigliatevi se ogni giorno le storie diventano sempre più assurde e smaccatamente inverosimili. Fa parte del gioco. Il vero Potere consiste nel costringerti a vivere la frustrazione di non riuscire mai a smascherare le sue menzogne. Tu sai che sono menzogne, ma non riuscirai mai a dimostrarlo. Più la menzogna è grossa e più il Potere si consolida perché il popolo la crederà, incapace di gestire il dolore della frustrazione e preferendo la più consolatoria bugia.

Non è questione di essere complottisti.  Tra parentesi, secondo me è meglio essere complottisti che fessi.
La questione fondamentale non è sapere con certezza se Al Qaeda esiste o è solo una sigla di comodo, se l'11 settembre è andata veramente come ce l'hanno raccontata e se Bin Laden è morto o meno. Il punto è  se, in nome di una comoda faciloneria e del vizio di delegare i fatti nostri a chi se ne approfitta, per non saper gestire la frustrazione causata dal mancato raggiungimento della verità, dobbiamo rinunciare per sempre a controllare le fonti, a mettere in discussione le affermazioni del potere. Compito che sarebbe principalmente del giornalista e, di rincalzo, del politico che milita nell'interesse del popolo.
Invece tocca sentire i giornalisti cosiddetti esperti, i signorini grandi firme, ripetere a pappagallo morto una sequela di assurdità come fossero verità rivelate, imponendoci di credere alle balle con un puro atto di fede e politici come Dario Franceschini rispondere, alla domanda sui dubbi riguardo al blitz ammazzaosama: "Mi pare che nessuno metta in dubbio come si sono svolti i fatti". Ecco, gli pare. Dimentica chi è abituato a non fermarsi alla prima opinione ma a cercarne una seconda e poi una terza.

La cosa più curiosa di questi giorni è che Osama Bin Laden era già stato dichiarato morto innumerevoli volte e non dal panettiere all'angolo ma dalla compianta Benazir Buttho nel 2007, che in un'intervista a David Frost nominò un certo Omar Sheik definendolo "l'uomo che ha assassinato Osama Bin Laden" (solo un curioso lapsus?); dalle autorità pakistane nel 2009 e, prima di tutto, da un necrologio uscito sulla stampa araba nel dicembre 2001 che ne annunciava la morte.
Secondo la leggenda, Bin Laden era molto malato già ai tempi dell'11 settembre, affetto dalla Sindrome di Marfan e bisognoso di dialisi e altre cure particolari. Come abbia fatto a vivere in modalità Provenzano in un compound (nessuno sa cosa sia un compound ma nessuno osa chiederne il significato per paura di passare da complottista), senza tv, senza telefono e senza ADSL ma soprattutto lontano da un moderno ed attrezzato ospedale non si sa. Mah!

A questo punto il fatto che Osama Bin Laden sia vivo o morto poco importa. Chiediamoci piuttosto, a questo punto, se sia mai esistito veramente. Oppure se c'è stato un Osama vero e in carne ed ossa, operativo dell CIA e servitore degli interessi americani in Afghanistan all'epoca della guerra contro i russi e un Osama romanzato, o resuscitato post-mortem come essere mitologico. Se fosse morto in quell'ospedale di Dubai nel luglio del 2001 e avessero deciso di utilizzarne la memoria come megaspauracchio sarebbe stata una trovata geniale, bisogna ammetterlo.

L'Osama personaggio ha fruttato interessi altissimi alla causa neocon della Guerra Mondiale al Terrorismo proclamata nel 1999 in attesa del Grande Pretesto per iniziarla, giunto al fine l'11 settembre 2001. Da quel momento il personaggio Bin Laden, capo di Al Qaeda, la rete del terrore, ci ha regalato le sue storie migliori. 
Non importa se tutta la storia dei crolli e del buco nel Pentagono non sta in piedi; se, rivedendolo oggi, il crollo delle Due Torri è sempre più rassomigliante ad una demolizione controllata che sembra un evento disgiunto dagli aerei che impattano sui grattacieli. 
Non importa che Osama non fosse nemmeno ricercato per quell'attentato dall'FBI (perché non sono mai saltate fuori le prove del suo coinvolgimento!). L'unica cosa importante è che sui testi sacri del Potere c'è scritto che il più grave attentato della storia lo ha fatto lui.
Per diversi anni, guerre e distruzioni con milioni di morti sono avvenute con la scusa che si doveva vendicare l'onta dell'11 settembre e combattere la proverbiale cattiveria di Osama Bin Laden.
Poi lo smacco dell'Iraq, il pantano dell'Afghanistan e la Cina che si avvicina sempre più. E' necessario un cambio di rotta. Nel resto, per molti anni questo famoso terrorismo internazionale non si era più fatto sentire. Magari qualcuno avrebbe cominciato a sospettare che fosse solo una fola, una scusa per mantenere un potere imperiale sempre più traballante. Ci voleva qualcosa di nuovo, con  il Medio Oriente che si sta ridisegnando a grande velocità e non certo solo su base spontanea.

Il personaggio Osama Bin Laden ha servito onorevolmente il suo scopo per dieci anni, Ora è giusto mandarlo in pensione perché forse serve più da morto, anzi da morto due volte. Lo si fa morire come certi personaggi delle soap opera o dei fumetti, con la grande risonanza che i media riservano agli eventi memorabili. Tanto, a controllare se tutta la storia è vera o falsa, resteranno solo i complottisti. E magari, tra un po', trattandosi di americani, lo resusciteranno con un'altra faccia, come il fratello biondo di Ridge in "Beautiful".

Il mito Osama Bin Laden ricorda il personaggio di Kaiser Soze del film "I soliti sospetti". Un'invenzione per spaventare, un babau, l'Uomo Nero, il capro espiatorio da tirare fuori al momento opportuno e a cui attribuire tutte le disgrazie di un popolo. Uno di cui aver paura e che è, per definizione inafferrabile.
Uno dietro al quale, però, si cela, nella finzione cinematografica, un genio del crimine e, nella realtà, probabilmente un set completo di burattinai che, mentre il popolino è distratto dalla fiction a puntate dell'arabaccio cattivo con il turbante ed il barbone, fa i suoi conti, specula, intrallazza e disegna la nuova geopolitica mondiale a suo esclusivo vantaggio e alla faccia di miliardi di persone. Oltretutto divertendosi a guardare quanto gli allocchi e i boccaloni si bevano qualunque balla sesquipedale che proviene dalle fonti ufficiali controllate da lorsignori.

martedì 3 maggio 2011

Viva V.E.R.D.I.


Ah, ecco cosa mi ricordava la prima pagina di Repubblica di stamattina con il titolone: "Bin Laden sepolto in mare".

"Esultate! L'orgoglio musulmano sepolto è in mar; nostra e del ciel è gloria!"
( Giuseppe Verdi - Otello, Atto I)

Una messa in scena, appunto.

P.S. Intanto, anche la seconda immagine divulgata del cadavere è visibilmente un tarocco. Forza, potete fare di meglio.

lunedì 2 maggio 2011

Osama nell'alto dei cieli


Obama le spara più grosse di B.? 
Siccome di secondo nome, ufficiosamente, faccio Tommaso, ho detto subito stamattina: "Fatemi vedere il cadavere e fatemi la prova del DNA, altrimenti non ci credo". No, visto che si parla di uno che era in fin di vita nel luglio del 2001 e di cui era uscito il necrologio sui giornali arabi nel dicembre di quello stesso anno, è meglio verificare. Non sia mai che Petraeus, il nuovo capo della CIAE non voglia farsi bello con un sgubb un po' troppo ardito.

Puntualmente è arrivata la foto ma, visto che di cadaveri me ne intendo, ho visto che c'era qualcosa che non quadrava. Boh, che strano, un morto con la parte inferiore del volto in un'espressione da vivo. Un morto che sorride, che tiene la lingua contratta, la cui mandibola non cade come di solito. 
Dopo qualche ora, ecco smascherato il photoshopping, addirittura su giornali come Repubblica.
E, ancora più tardi, l'altra notizia: il cadavere è stato "sepolto in mare". No, scherziamo?
Ma no, che avete capito, il corpo ce l'abbiamo e vi mostreremo le foto che saranno la prova finale. Una bella foto tipo quella del Che, in stile Cristo morto del Mantegna.
Non stanno pasticciando un po' troppo?

Si, va bene, Tommaso, mo' esageri. La prova del DNA ti toglierà qualunque altro dubbio residuo. 
Già, peccato che il DNA di Bin Laden gli americani lo abbiano già da tempo. Immagino che l'avranno prelevato dal sangue quando la primula rossa del terrorismo internazionale fu ricoverato in un ospedale americano a Dubai nel luglio del 2001. Non è strano? Colui che di lì a poco avrebbe messo a fuoco e fiamme l'America ed era già ricercato per altri attentati che si fa curare dalle sue vittime, con la CIA e l'FBI che gli portano i giornali e i babà.

Dobbiamo creder loro sulla parola anche stavolta, ho già capito. Cominciano ad esagerare, però. Ieri il Papa santo e oggi l'uccisione di Bin Laden. Due atti di fede in meno di ventiquattr'ore sono decisamente troppi.

A proposito, stamattina ho fatto una previsione. Entro stasera, ho detto, qualcuno attribuirà la cattura ed esecuzione di Bin Laden ad un miracolo del Beato (Giovanni) Paolo. Detto, fatto. Non c'è gusto, in questo paese, ad essere indovini.

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